Antonia Pozzi conquista la Russia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un resoconto della conferenza tenuta lo scorso 25 giugno a Puščino da Sergej Durasov, che ha tradotto “Parole” di Antonia Pozzi in russo, dietro lo pseudonimo di Piotr Epifanov (il libro è stato pubblicato nel 2013 dalla casa editrice di Ivan Limbach  – San Pietroburgo). Come si potrà evincere leggendo, l’articolo è opera dello stesso traduttore.

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La città di Puščino (più spesso si usa la trascrizione inglese, Puschino, ma utilizzo quella più foneticamente precisa) situata sulle sponde del fiume Oka, in mezzo a boschi di pini, abeti, ontani e betulle, a 120 km a sud di Mosca (21 mila abitanti), non è antica. La sua storia conta non più di una cinquantina di anni. Puščino è stata fondata e si è sviluppata come un centro scientifico specializzato nelle ricerche biologiche promosse da nove istituti scientifici. Quindi la maggior parte dei suoi abitanti è occupata in questo settore, e il polo culturale della città si chiama la Casa degli scienziati (Dom ucionych, in russo).

Il 25 giugno 2014, alle 18, alla Casa degli scienziati si è tenuta la conferenza del poeta e traduttore Sergej Durasov dedicata alla vita e alle poesie di Antonia Pozzi, pubblicate per la prima volta in russo un anno fa. Nonostante le occupazioni stagionali abituali (tanti cittadini d’estate dedicano il tempo libero lavorando nei propri piccoli orti e giardini) e la pioggia battente, alla conferenza c’erano una trentina di persone. E anche una cronista della Tv locale.

In due ore piene Durasov, traduttore di questo libro (già conosciuto ai pasturesi), ha raccontato la storia della breve e fiammante vita della poetessa lombarda, il cui nome era finora assolutamente sconosciuto ai presenti, e recitato alcuni suoi versi (a volte anche in italiano, per poter trasmettere la sonorità originale), accompagnando alle parole foto dell’epoca, anche quelle scattate dalla stessa poetessa. Il pubblico ha ascoltato con lo stesso attento interesse per tutta la serata. Sebbene la poesia russa fino a oggi sia rimasta fedele alla rima, forma preferita dalla maggioranza dei lettori (per la lingua russa le rime sono una risorsa quasi inesauribile), i versi liberi di Antonia hanno suscitato emozioni molto profonde. Le copie del libro sono andate a ruba, tanto che non è stato possibile soddisfare tutti quelli che volevano comprarne una. (In questo momento ne è sfornito anche il magazzino della casa editrice a San Pietroburgo. Tutta la tiratura è andata esaurita completamente. Ma molto più numerosi sono quelli che leggono le poesie di Antonia in internet: ogni giorno circa dieci lettori visitano la pagina web, in russo, a lei dedicata). Le suggestive ed emozionanti foto della poetessa hanno attirato una grandissima simpatia, anche quale rara testimonianza della vita quotidiana dell’Italia degli anni Trenta.

Un interesse particolare ha suscitato il racconto dell’attività alpinistica di Antonia e della sua amicizia con Emilio Comici, una figura eroica dell’alpinismo italiano. Negli anni Sessanta e Settanta Puščino, sebbene molto lontana dalle montagne (le più vicine sono quelle del Caucaso), aveva un attivo e ben noto circolo alpino, animato da Vladimiro Durasov, padre del traduttore. Sergej Durasov ha concluso la serata raccontando della Valsassina e di Pasturo, anche presentando foto da lui scattate al paese e alle nebbiose creste della Grigna. Con gli ascoltatori che per un attimo sono stati trasportati in un ambiente lontano e ben diverso dal loro…

Durasov ha anche parlato delle persone che si dedicano alla memoria di Antonia e alla promozione delle sue poesie, e ha espresso la propria profonda gratitudine a quanti lo hanno aiutato per il suo lavoro durante il soggiorno lombardo.

Crediamo che i sottili e fragili fili di compassione e fratellanza tra gli uomini e le nazioni che l’arte vera, la poesia vera, la musica vera sempre filano e che politici e militari spesso cercano di tagliare, siano diventati un poco più saldi. Almeno per i momenti di ascensione spirituale che i versi di Antonia donano agli abitanti di una piccola città tra i boschi di pini e betulle nel cuore dell’immensa pianura russa.

(…) Anima, sii come il pino:
e poi arriverà la primavera
e tu la sentirai venire da lontano,
col gemito di tutti i rami nudi
che soffriranno, per rinverdire.
Ma nei tuoi rami vivi
la divina primavera avrà la voce
di tutti i più canori uccelli
ed ai tuoi piedi fiorirà di primule
e di giacinti azzurri
la zolla a cui t’aggrappi
nei giorni della pace
come nei giorni del pianto. (…)

Proprio le parole di questa poesia, “Esempi”,  sono state usate come epilogo sulla copertina del libro di Antonia Pozzi pubblicato nel 2013 a San Pietroburgo.

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