Poesia che mi guardi, il film

Il 18 febbraio, alle ore 17, nella Sala A del Teatro Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo 14), proiezione del film di Marina Spada “Poesia che mi guardi” (ingresso libero)

con Elena Ghiaurov (Antonia Pozzi), Carlo Bassetti (Nicola), Enrica Chiurazzi (Manuela), Marco Colombo Bolla (Stefano)

 

 

soggetto e sceneggiatura Marina Spada, Simona Confalonieri, Marella Pessina
musiche Tommaso Leddi
montaggio Carlotta Cristiani
fotografia Sabina Bologna
regia Marina Spada

 

Evento inserito nell’ambito di  ”Buon compleanno Antonia!” (3-19 febbraio 2012) Un progetto a cura di Elisabetta Vergani e Maurizio Schmidt, organizzato con Farneto Teatro e  Teatro Franco Parenti.

 

Poesia che mi guardi, film di Marina Spada

Partendo dalla figura della poetessa Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi riflette sul ruolo dell’artista e del poeta nella società di allora e di oggi. Il film dà voce alla poesia della Pozzi e alla sua tormentata ricerca esistenziale, al suo disagio verso un ambiente sociale, la classe alto-borghese milanese, che le impediva di vivere in modo sincero e passionale e verso un mondo maschile che liquidava il suo talento poetico come disordine emotivo.

Il film mostra tante delle bellissime foto scattate da Antonia e, per la prima volta, i filmati 8mm girati da lei e da suo padre. Motore e voce narrante del film è Maria, una cineasta che, affascinata dalla Pozzi, ne studia l’opera e ricerca il mondo e i personaggi della sua vita. Nel suo progetto di riscoperta dell’opera della poetessa milanese, la donna coinvolge un gruppo di studenti universitari che diffondono le loro poesie in forma anonima sui muri della città. Tramite loro Maria vuol far rinascere la poesia di Antonia come momento condiviso, dandole quel riconoscimento e quella visibilità che le erano stati negati in vita.

Presentato in anteprima alla 66ma Mostra del Cinema di Venezia 2009 (sezione Giornate degli Autori), il film è stato girato sui
luoghi di Antonia Pozzi tra Milano, Pavia, Pasturo e Chiaravalle e deriva il proprio titolo da un verso tratto da “Preghiera alla poesia”.

A seguire, incontro con la regista.