Non si vive solo di presenze ma anche di assenze nel porto della nostra anima

Pubblichiamo il bellissimo testo di Pierfranco Bruni*

Antonia Pozzi. A cento anni dalla nascita
Non si vive solo di presenze ma anche di assenze nel porto della nostra anima

La luna assente si rispecchia sulle acque di un mare che ha rughe increspaste e hanno la distanza dell’armonia. Sono tinte di un dolore che sanno delle parole di Lorenzo Calogero, di Cesare Pavese che non smette di recitare il suo “fuoco grande” con la bella e travolgente Bianca Garufi, con le parole che hanno la morte nell’anima come quelle di Carlo Michelstaedter (“E’ giunta l’ora del distacco, è giunta…”) o la ricerca della grazia di Simone Weil che, comunque, convive con l’ombra e alla fine con Antonia Pozzi, di cui si celebra il centenario della nascita proprio in questi giorni, (era nata a Milano il 13 febbraio del 1912 e morta, suicida, il 3 dicembre del 1938), restiamo, alla fine di un viaggio, che viaggio non è, ma è soltanto un percorso, degli anonimi invasi da fantasmi.

Forse un po’ veneziani, questi anonimi e questi fantasmi che si aggirano nella visione: “Poesia, mi confesso con te/che sei la mia voce profonda”, 1934) e cerchiamo nelle notti di un Massimo Marcello l’Adagio più tragico per congedarci da una vita non solo vissuta ma che continua a penetrarci l’anima e ad appartenerci.

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*PIERFRANCO BRUNI
Scrittore, ha pubblicato romanzi, saggi sulla letteratura italiana del Novecento ed esperto di problematiche sulle culture del Mediterraneo.
Ha legato le sue ricerche al rapporto tra antropologia e fenomeni etnici negli scrittori tra Occidente ed Oriente. I suoi scritti sono stati tradotti in diversi Paesi esteri.
Archeologo direttore coordinatore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è responsabile, per conto dello stesso, del progetto sulle minoranze etnolinguistiche.
Ricopre la carica di Vice Presidente Nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani.

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