Dalle Lettere – Ad Antonio Maria Cervi – Milano, 11-15 febbraio 1934

[…] Vedi, Antonello: io prima sapevo che c’è tanto male nel mondo, ma così, “a priori”: non l’avevo mai toccato con le mie mani, veduto negli occhi di quelli che credevo fratelli. Ora, io l’ho veduto. E sono rimasta completamente sola, staccata da tutti, per salvare me e gli altri.
Ed ho tanta pietà per tutti.
Ma sai, quanto più vedevo nascere il male, tanto più pensavo: “C’è uno al mondo che non è così. Ed io sono stata sua. E al mondo non c’è che lui, puro. E Dio l’ha donato a me. Ma che cosa importa tutta la vita di deserto, se io ho avuta la grazia del tuo viso, anche per poco?
Un attimo della sua purezza non è come una vita eterna di fronte a noi, poveri impuri?” […]